Cosa sta succedendo

La temperatura globale del globo terrestre sta aumentando rapidamente. 

Gli effetti del riscaldamento globale sulla vita e la salute delle persone, degli animali e delle piante li stiamo vedendo con i nostri occhi: eventi meteorologici estremi, siccità, inondazioni, innalzamento del livello dei mari.

Già oggi viviamo una vera e propria emergenza a causa del cambiamento climatico.

Se non interveniamo, ogni giorno andrà peggio.

Le cause

Quando parliamo di cambiamenti climatici ci riferiamo ai mutamenti del clima prodotti dall’uomo e non alla variabilità climatica generata da cause naturali

Le conseguenze delle attività umane sul clima del nostro pianeta Terra sono studiate da oltre un secolo e gli ultimi decenni hanno visto una produzione scientifica vastissima sull’argomento. 

In particolare, in epoca moderna stiamo assistendo al fenomeno chiamato riscaldamento globale, che è dovuto soprattutto alle emissioni nell’atmosfera terrestre di crescenti quantità di gas serra (anche chiamati “gas clima alteranti”). 

L’anidride carbonica (CO2) è il gas serra maggiormente responsabile del surriscaldamento globale. La fonte principale di emissioni di CO2 sono i combustibili fossili utilizzati nei trasporti, nella produzione di energia elettrica e nell’industria. La deforestazione invece diminuisce fortemente la capacità complessiva di assimilazione naturale della CO2 da parte degli ecosistemi del nostro pianeta.

Un altro potente gas ad effetto serra è il metano libero. Questo gas viene rilasciato soprattutto nella produzione e distribuzione di gas naturale, nelle miniere di carbone,  le discariche e gli allevamenti intensivi.

Cosa è stato fatto finora

Già trent’anni fa i leader della politica mondiale compresero la necessità di agire in modo coordinato a livello internazionale: al Summit della Terra di Rio del 1992 venne costituita la Convenzione globale sulla lotta ai cambiamenti climatici, UNFCCC, che entrò in vigore il 21 marzo del 1994 ed oggi vi aderiscono 195 paesi.

A supporto dei lavori sul cambiamento climatico in sede internazionale fu creato l’IPPC, un panel di scienziati ed esperti esterni, che fu insignito del Premio Nobel per la Pace nel 2007. 

Decenni di negoziati sul clima portarono, nel dicembre del 2015, alla ratifica dell’Accordo di Parigi. Con la sua firma i governi si sono impegnati a:

  • mantenere l’aumento medio della temperatura mondiale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali come obiettivo a lungo termine
  • puntare a limitare l’aumento a 1.5°C, dato che ciò ridurrebbe in misura significativa i rischi e gli impatti dei cambiamenti climatici
  • rafforzare la capacità delle società di affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici
  • fornire ai paesi in via di sviluppo un sostegno internazionale continuo e più consistente all’adattamento.

E’ peggio di quel che tu possa immaginare

Il rapporto IPCC sul riscaldamento globale di 1.5°C pubblicato nel 2018 ha dimostrato in modo clamoroso che gli obiettivi dell’accordo di Parigi non sono sufficienti: siamo già a 1 grado Celsius sopra i livelli preindustriali e se le temperature continueranno a crescere alla velocità attuale, il livello di 1.5 gradi verrebbe raggiunto tra il 2030 e il 2052.

Già oggi i cambiamenti climatici sono tra le cause scatenanti di migrazioni di popolazioni sfollate costrette ad abbandonare i loro territori per sfuggire a siccità, inondazioni, carestie. La riduzione delle calotte glaciali porterà all’accelerazione dei processi in corso di surriscaldamento del pianeta e innalzamento del livello dei mari. Gravi problemi per gli ecosistemi marini e terrestri – persone comprese – saranno conseguenze certe di un ulteriore aumento di 0.5 gradi.

L’ultima Conferenza ONU sul cambiamento climatico – la COP 25 di Madrid – che doveva assicurare l’attuazione dell’Accordo di Parigi e rafforzarlo, è stata un sostanziale fallimento.

Se non agiamo subito, siamo destinati ad andare incontro a scenari catastrofici.

Se non contrastata e mitigata con forza e decisione, l’emergenza climatica porterà alla distruzione degli ecosistemi e della biodiversità, sarà causa del crollo dei nostri sistemi sociali con interruzioni della catena alimentare e dell’approvvigionamento con beni essenziali, carestie, disordini sociali, migrazioni di massa e conflitti armati.                                                  

Qual è il futuro che vogliamo per noi, per i nostri figli e per le generazioni a venire?

Cosa possiamo fare

Ora che hai compreso che la situazione è tragica, capisci anche perché è necessario agire.

Limitare l’aumento a 1.5 gradi rispetto allo scenario dei 2 gradi comunque ridurrebbe i rischi e gli impatti in modo significativo e ci permetterebbe di realizzare dei percorsi di adattamento e mitigazione.

Per riuscire in questo, così dicono gli esperti, i prossimi anni sono cruciali per portare il mondo su una traiettoria di trasformazione.

Le emissioni di gas serra, soprattutto la CO2 e il metano libero, dovranno essere ridotte velocemente e le aree forestali aumentate.

Con gli attuali obiettivi di riduzione di emissioni al 2030 non abbiamo speranza di farcela. I Paesi devono fissare obiettivi più ambiziosi e agire di conseguenza.

Finora la politica ha dimostrato di non essere all’altezza.

Abbiamo solo pochi anni.

Noi sosteniamo i nostri ragazzi, che chiedono un FU.TU.RO.:

  • Fuori dal fossile:
    Raggiungimento dello 0 netto di emissioni a livello globale nel 2050 e in Italia nel 2030, per restare entro i +1.5 gradi di aumento medio globale della temperatura.

  • Tutti uniti, nessuno escluso:
    La transizione energetica deve essere attuata su scala mondiale, utilizzando come faro il principio della giustizia climatica.

  • Rompiamo il silenzio, diamo voce alla scienza:
    valorizziamo la conoscenza scientifica, ascoltando e diffondendo i moniti degli studiosi più autorevoli di tutto il mondo. La scienza ci dice da anni qual è il problema e quali strumenti servono per risolverlo. Ora spetta alla politica il compito di agire.

UNIAMOCI – NON C’È PIÙ TEMPO – DOBBIAMO #AGIREORA